XII Congresso Nazionale ArciGay.

Al congresso Arcigay ho finalmente incontrato la mia amica Vanna D'alfonsi che è stata eletta Delegata Nazionale per l'Umbria. Purtroppo Sabato ho lavorato altrimenti sarei andata anche quel giorno, ma purtroppo ho potuto assistere solo alla giornata conclusiva di ieri dove ci sono state le votazione (36 per la precisione) riguardanti il nuovo Statuto, la costituzione del nuovo Consiglio Dirigente e svariate mozioni tra cui una che ci riguarda in quanto bisessuali e presentata dalle donne del direttivo.

Ho potuto anche conoscere, ma molto velocemente, il nuovo presidente Aurelio Mancuso, di Bologna, a cui ho parlato molto brevemente di noi data la grande affluenza di gente che voleva congratularsi dopo la sua elezione a Segretario nazionale, e diverse delegate nazionali a cui ho lasciato i miei contatti.

E' stato un congresso molto importante soprattutto dal punto di vista politico, visto che ha segnato la definitiva spaccatura con i DS (nella persona di Grillini) e col fatto che l'ArciGay non vuole più essere rappresentata dai DS in Parlamento, anzi è stato deciso che chi è Presidente Onorario (come appunto Franco Grillini) o comunque riveste una carica del Consiglio Direttivo Arci non può avere anche una carica politica. Infatti hanno eletto un nuovo presidente onorario (Sergio LoGiudice che è stato letteralmente acclamato dai circa 200 delegati nazionali) mentre Grillini ha addirittura lasciato la sala....tant'è che tale decisione è nata dal fatto che in pratica Grillini ha fatto molto poco se non i suoi interessi, mentre ha agito molto di più Vladimir Luxuria. Questo non vuol dire che si accompagnerenno a Rifondazione Comunista ma che proprio non vogliono essere più rappresentati in Parlamento e costituirsi come Gruppo Politico. Preferiscono scendere in piazza e parlare direttamente con la gente soprattutto alla luce di quella legge davvero ridicola (mea culpa che l'avevo accolta come legge giusta) rappresentata dai DiCo.

Sul fatto che il disegno di legge del governo sui Dico non fosse il massimo delle nostre aspettative ma fosse un piccolo compromesso al ribasso, l' avevamo detto anche noi e anche tu l' avevi detto, non devi esagerare nell' autocritica!
Sul fatto che sia un provvedimento che vada comunque difeso, nonostante nel merito sia una piccola cosa, per il suo valore simbolico, lo dimostrano gli attacchi durissimi della Chiesa contro i Dico, e la manifestazione di sabato in Piazza San Giovanni che aveva nel "no ai Dico e no ai diritti delle coppie omosessuali" la sua parola d' ordine.
Come ho scritto altrove, il problema non è certo se appoggiarsi ai Ds o agire in piena autonomia, il problema è che politica fare. Occorre valutare cosa va nella direzione di ottenere consenso alla nostra battaglia contro le discriminazioni e i pregiudizi, e cosa invece ci fa perdere consensi.
Io credo che la politica fin qui tenuta dall' Arcigay di "separazione" e di "visibilità", cioè la linea dell' orgoglio identitario, sia del tutto fallita. Un Gay Pride in questo momento non ci porterebbe nemmeno un conenso, perchè chi ci va è già convinto, e che occorra invece un lavoro culturale sotterraneo molto più che una parata di orgoglio identitario.
Su questo dovrebbe riflettere l' Arcigay, se invece ha perso tempo su stare coi Ds o meno, significa che non ha percepito la gravità della situazione dopo il successo del Family Day.

Io credo che il rappresentarsi in parlamento come gruppo autonomo sia un grande passo in avanti perchè garantirà più peso politico e meno sfruttamento da parte di partiti come Ds o altri.
Il manifestare in piazza lo trovo molto utile alla causa, perchè così facendo daranno visibilità anche a coloro che non hanno questo orientamento però non conoscono neanche e quindi potranno dare maggiore visibilità e attirare consensi anche in coloro che sono contro più per mancanza di conoscenza di ciò che viene brutalmente etichettato dalla società come diverso=negativo.
Manifestare è un modo per dire "esistiamo o/e siamo così e/o ci siamo anche noi e/o ciò che è diverso da voi non vi minaccia" etc

Io credo invece che sia un modo che non attira consensi e genera diffidenze, e rappresentarsi in Parlamento in modo autonomo significa rappresentarsi come minoritari a vita. La trovo una scelta sbagliata e perdente. Ma il bello della vita (e della politica) è che ci sono mille posizioni, diverse tra loro, che si confrontano e si scontrano quotidianamente. Occorre rispettarsi, e portare avanti con coerenza i contenuti in cui si crede.

Mi sono reso conto che nel mio intervento dell’ altro ieri mi sono limitato a spiegare le ragioni della mia contrarietà all’ adesione al Gay Pride, senza però proporre un’ alternativa. La propongo ora.
Quello che sto per proporre – mi rendo conto – non è né facile né realizzabile in tempi brevi, e presuppone la capacità di ragionare “con mente aperta”. Ma noi ci chiamiamo ApertaMenteBisex e quello che sto per dire è assolutamente coerente con le impostazioni e gli obiettivi per cui siamo nati.
Io propongo una GIORNATA DEL DIALOGO E DEL RISPETTO TRA I DIVERSI ORIENTAMENTI SESSUALI, in cui persone (intellettuali, politici, semplici cittadini) di diverso orientamento si confrontino sulla base delle seguenti parole d’ ordine:
- no all’ orgoglio identitario, da qualunque parte provenga, che porta solo al “muro contro muro”;
- sì al dialogo e all’ integrazione tra culture diverse;
- sì alla libertà sessuale per tutti, a prescindere dall’ orientamento sessuale: tutti i comportamenti sessuali tra adulti consenzienti devono essere rispettati;
- no alle intolleranze, ai pregiudizi e alle discriminazioni di natura sessuale;
- sì al riconoscimento delle Unioni Civili sia eterosessuali che omosessuali.
Come vedete, una filosofia opposta a quella del Gay Pride, e più vicina ai contenuti di sempre di AMB.
Cosa ne pensate?