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FESTIVAL GAY, PRESSING SUL SINDACO

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2007 13:31
06/06/2007 22:16
 
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Ritorna in giunta il caso del mancato patrocinio del Comune al festival del cinema gay, in corso al teatro Strehler dal 1° al 7 giugno. L´assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, capofila di un forte pressing sul sindaco che ormai coinvolge diversi esponenti della maggioranza di centrodestra, ripresenterà venerdì la delibera neppure discussa durante l´ultima seduta. Delibera che, come era sempre avvenuto, concede il patrocinio alla rassegna cinematografica giunta quest´anno alla ventunesima edizione e, soprattutto, stanzia un contributo economico di 15mila euro. Sgarbi sembra molto ottimista: «Ne ho parlato con diversi colleghi assessori, la maggioranza è d´accordo, anche se il collega Terzi sosteveva che ci fossero una decina di contrari». E Letizia Moratti? «Ho parlato anche con lei, ma oggi (ieri, ndr) si è occupata solo di Aem».

Dunque ancora nessuna risposta dal primo cittadino, ed è forse per questo che il capogruppo di Forza Italia in Consiglio, Giulio Gallera, tra i più convinti della necessità di sostenere il festival, anticipa quello che farà nelle prossime ore: «Scriverò una lettera al sindaco per chiederle di rivedere la decisione della giunta e di riprendere la discussione nella seduta di venerdì; non c´è alcun motivo per negare il patrocinio a una manifestazione, che come mi assicura Sgarbi, è di grande livello culturale». Resta da vedere che cosa farà venerdì l´assessore Giovanni Terzi. Come responsabile del Tempo libero avrebbe dovuto presentare una seconda delibera di patrocinio con lo stesso finanziamento, ma - a differenza dell´assessore alla Cultura - non l´ha ancora predisposta. Terzi si trincera dietro il no comment («Fino a venerdì non parlo»), però Sgarbi si dice «sicuro» che alla fine anche il collega proporrà alla giunta la sua delibera gemella. Si tratterebbe comunque, ammesso che tutto fili liscio, di un riconoscimento postumo: il festival si conclude infatti giovedì, un giorno prima della riunione di giunta.

Nell´attesa, c´è chi mette le mani avanti per esercitare un altro pressing. È Andrea Sironi, nipote del celebre pittore futurista: «Da tempo - spiega - ho deciso di donare a Milano cinquemila disegni di mio nonno Mario Sironi, ma vi vedo costretto a sospendere l´opera di catalogazione dopo aver appreso che il sindaco Moratti ha negato un finanziamento alla rassegna di cinema gay e lesbico». Poi la minaccia: «Questa notizia mi ha fatto rendere conto di non poter procedere a una donazione a Milano finché il suo sindaco vorrà insistere in decisioni contrarie ai miei convincimenti e a mio giudizio del tutto incompatibili con l´immagine di una città moderna, aperta e libera». Infine la postilla: «Confermo tuttavia la mia intenzione, Milano prima o poi avrà i cinquemila disegni di Mario Sironi: i sindaci passano, la città resta». Dice la sua anche l´assessore alla Cultura del Comune di Roma, Silvio Di Francia: «Non capisco perché Milano ha negato il patrocinio al festival dedicato ai film sull´omosessualità; lo stesso collega Sgarbi si è schierato dalla parte della rassegna, se quella della giunta è una scelta ideologica e discriminante, non la condivido».
07/06/2007 00:36
 
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Il patrocinio era già stato concesso, la questione è sul finanziamento.
Io mi sono sempre battuto contro i finanziamenti pubblici da parte degli Enti locali ad iniziative private, e devo essere coerente con questa impostazione.
In particolare, mi sono sempre battuto contro il finanziamento pubblico ai Festival del Cinema quando escludevano i film a tematica gay, non vedo perchè dovrei essere a favore del finanziamento ad un festival che esclude i film a tematica etero. Ci vuole un po' di coerenza.
Io lo so che le ragioni per cui la Moratti non concede il finanziamento non sono le stesse mie, non hanno a che fare con la coerenza nei confronti di posizioni assunte in precedenza, come le mie. Probabilmente le ragioni della Moratti hanno invece più a che fare con il pregiudizio anti-gay.
Però nel merito sono contrario a questo finanziamento, e non vedo perchè un festival privato e di parte debba essere finanziato con i soldi pubblici.
Mi dispiace molto che l' Arcigay gridi allo scandalo se questo finanziamento non venisse dato, secondo me non ci sarebbe nulla di scandaloso, anzi, dovremmo abituarci tutti ad organizzare le nostre iniziative culturali private finanziandole con i soldi dei biglietti venduti, non con i soldi pubblici!

[SM=x1248814]

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07/06/2007 08:13
 
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Re:

Scritto da: coccole2000bsx 07/06/2007 0.36
Io mi sono sempre battuto contro i finanziamenti pubblici da parte degli Enti locali ad iniziative private, e devo essere coerente con questa impostazione.
dovremmo abituarci tutti ad organizzare le nostre iniziative culturali private finanziandole con i soldi dei biglietti venduti, non con i soldi pubblici!

[SM=x1248814]

[SM=x1248814]



Sostengo in pieno queste tue tesi che quoto.... in passato mi sono occupato per lavoro di finanziamenti pubblici ad iniziative private e non ti dico quante cose scandalose ho visto.
Se i cittadini venissero a conoscenza di certe cose.... altro che Rivoluzione Francese. [SM=g27812]


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Colui al quale i pregiudizi correnti non suonano paradossali, non ha ancora sufficientemente riflettuto.
(Friedrich Nietzsche)

Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
(Martin Luther King)

Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante.
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Io invece non capisco perchè non sia stato concesso visto che comunque è un evento che va avanti da 20 anni e che dovrebbe essere sostenuto in tutti i modi, anche economici, proprio perchè fa cultura. E sinceramente non sono neanche d'accordo alla prospettiva di togliere il sostegno pubblico a quanto fa cultura sperando di sostenerli solo col prezzo del biglietto!!! Così posso assicurarvi che molte iniziative non esisterebbero proprio.
I soldi pubblici vengono sprecati in tanti modi e questa invece si è rivelata un'occasione mancata soprattutto se la cara Moratti non fa luce sui veri motivi della decisione.



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Re:

Scritto da: !NeveCheVola! 08/06/2007 13.11
Io invece non capisco perchè non sia stato concesso visto che comunque è un evento che va avanti da 20 anni e che dovrebbe essere sostenuto in tutti i modi, anche economici, proprio perchè fa cultura. E sinceramente non sono neanche d'accordo alla prospettiva di togliere il sostegno pubblico a quanto fa cultura sperando di sostenerli solo col prezzo del biglietto!!! Così posso assicurarvi che molte iniziative non esisterebbero proprio.
I soldi pubblici vengono sprecati in tanti modi e questa invece si è rivelata un'occasione mancata soprattutto se la cara Moratti non fa luce sui veri motivi della decisione.



Purtroppo ho visto da vicino, per lavoro, gli sprechi dei finanziamenti pubblici e non stoo qui a raccontare delle porcherie che si vedono.
Premetto che non si puo' fare di tutt'erba un fascio, vi sono delle iniziative che devono essere sostenute sia in campo sociale che culturale.... ma in un periodo di necessarie ristrettezze sulla spesa pubblica bisogna essere molto piu' oculati.
Ho assistito a delle vere e proprie associazioni nate solo per succhiare soldi alla cassa pubblica senza produrre niente di rilevante neanche a livello culturale.
Comunque per il Terzo Settore in generale c'e' la prospettiva di potersi finanziare diversamente, non soltanto con i biglietti, penso alle sponsorizzazioni, ai finanziamenti delle fondazioni, alla vendita di gadgets, etc....
Ci sono dei professionisti esperti in "Fund Raising" (ricerca di Fondi) che possono offrire un valido supporto professionale a chi opera in tali ambiti.
Tieni conto che la stessa legge tributaria prevede la possibilità per le associazioni di poter svolgere attività commerciali (entro determinati limiti altrimenti diventerebbe un'impresa).

[Modificato da gerryff 08/06/2007 13.31]



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In effetti non avevo considerato la cosa da questo punto di vista. [SM=g27818]



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Re:

Scritto da: !NeveCheVola! 08/06/2007 13.11
Io invece non capisco perchè non sia stato concesso visto che comunque è un evento che va avanti da 20 anni e che dovrebbe essere sostenuto in tutti i modi, anche economici, proprio perchè fa cultura. E sinceramente non sono neanche d'accordo alla prospettiva di togliere il sostegno pubblico a quanto fa cultura sperando di sostenerli solo col prezzo del biglietto!!! Così posso assicurarvi che molte iniziative non esisterebbero proprio.
I soldi pubblici vengono sprecati in tanti modi e questa invece si è rivelata un'occasione mancata soprattutto se la cara Moratti non fa luce sui veri motivi della decisione.



Dal 1979 fino a pochi anni fa mi sono battuto insieme all' Arcigay contro quei festival del Cinema che escludevano dalla partecipazione i film a tematica gay/lsb, al grido di "no alla monocultura etero". Questo fino a pochi anni fa, perchè per fortuna da alcuni anni non solo tutti i principali Festival del Cinema (Cannes, Berlino, Venezia, ecc.) hanno non dico aperto ma spalancato le porte ai film a tematica gay/lsb, al punto tale che alcuni di questi film a tematica gay hanno proprio vinto questi festival (vedi Brokeback Mountain che ha vinto l' Oscar). Resta un solo festival, almeno in Italia, a escludere delle opere a causa dell' orientamento sessuale prevalente nella trama del film, e questo festival è il Festival del cinema gay/lesbico. Mi dovete infatti spiegare perchè ci si batte contro i festival che escludono i film a tematica gay, e vanno benissimo quelli che escludono i film a tematica etero.
Questa è la classica contraddizione del movimento gay, che si batte contro la discriminazione quando la subisce, e poi trova normalissimo farla a sua volta.
Io non dico che non ci debba essere un festival settoriale e di parte come questo, ma non con i soldi pubblici, altrimenti se ci fosse un festival di soli film etero e discriminatorio nei confronti dei film a tematica gay che chiede i finanziamenti, dovremmo darglieli!
Aggiungo poi due piccole scorrettezze aggiuntive:
1) non è stato affatto proposto all' assessorato alla Cultura di organizzarlo, gli organizzatori si sono ben guardati dal chiedere una cosa del genere, hanno preferito gestire in prima persona la vendita dei biglietti, degli abbonamenti e del merchandising, salvo chiedere alle istituzioni i finanziamenti in più, come una specie di "regalo" aggiuntivo. Tenete presente che per un festival che è durato 5 giorni e cioè 12-15 proiezioni in totale, 15 mila euro è una cifra importante. Mio fratello che organizza un festival di Teatro di importanza nazionale non ha mai avuto una cifra simile dalle istituzioni pubbliche;
2) la cosa secondo me più scorretta di tutte è che i contrari al finanziamento (che sono contrari per le ragioni più diverse, le mie ragioni sono ovviamente diverse da quelle della Moratti) sono stati - da parte di alcuni, non di tutti - per questa sola ragione tacciati di "omofobia".

[Modificato da coccole2000bsx 08/06/2007 15.00]

08/06/2007 15:17
 
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Coccole il fatto che una parte di un'organizzazione gay si sia comportata in un modo che tu reputi non consono non vuol affatto dire che tutta l'organizzazione gay sia come dici tu.
E' sempre bene operare dei distinguo in tutte le cose.



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Re:

Scritto da: !NeveCheVola! 08/06/2007 15.17
Coccole il fatto che una parte di un'organizzazione gay si sia comportata in un modo che tu reputi non consono non vuol affatto dire che tutta l'organizzazione gay sia come dici tu.
E' sempre bene operare dei distinguo in tutte le cose.



Ho proprio fatto gli opportuni distinguo, dicendo che "i contrari al finanziamento (che sono contrari per le ragioni più diverse, le mie ragioni sono ovviamente diverse da quelle della Moratti) sono stati - da parte di alcuni, non di tutti - per questa sola ragione tacciati di omofobia". Ho distinto nettamente quindi tra chi usa questo argomento un po' mafiosetto "sei contrario al finanziamento? allora sei omofobo", che è un argomento usato da pochi, dalle responsabilità dell' Arcigay come associazione nella sua interezza.
Mentre rimprovero all' Arcigay nella sua interezza:
1) di essere tra gli organizzatori di questo festival, per i motivi detti sopra (ci si batte contro i festival fatti solo di film etero perchè discriminanti, ma va benissimo organizzare un festival di soli film gay che invece non sarebbe discriminante);
2) di avere convinto gli organizzatori del Festival del Cinema di Venezia a non inserire i film a tematica gay nella rassegna generale, ma di istituire una sezione specifica dedicata ai film gay/lsb (cosa tra l' altro che considero un vero e proprio autogol);
3) di insistere nel chiedere finanziamenti pubblici per iniziative di parte, questo lo fa anche l' Arcigay che con il suo Presidente del circolo milanese Ferigo insiste nel dire che sarebbe "uno scandalo" se questo finanziamento non venisse erogato (articolo di Repubblica pagina milanese dell' altro ieri).
Glun mi è testimone che queste tre cose sono state fatte dall' Arcigay proprio in quanto Associazione (secondo me non le condivide nemmeno Glun, ma questa è una mia semplice impressione).

[SM=x1248814]

[Modificato da coccole2000bsx 08/06/2007 15.55]

14/06/2007 18:29
 
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Coccole per favore non trascinarmi in polemiche inutili....
non ho datoil mio parere sulla cosa perche ammetto di esserepoco informata al riguardo...mi riservo in ogni caso una più approfondita documentazione.
Di una cosa invece resto convinta:
Le aree tematiche di un cinefestival ( venezia, cannes, sundance etc) sono spesso un opportunità che viene data a piccole produzioni, che propongono prodotti validi (spesso validissimi) ma a basso costo e nella stragrande maggioranza dei casi senza distribuzione...
una sezione specifica a venezia sul cinema gay e lsb serve anche a questo....a dare visibilità a film che altrimenti non avrebbero chance di essere visti.
Alla stessa maniera esistono ni maggiori cinefestival sezioni per i corti o il cinema muto ( che a tutt'oggi è ancora il cavallo di battaglia di paesi che onn possono produrre maxi film)...non ci vedo settarismo, ne tentativi di esclusione; al contrario una "zona protetta" dove chi normalmente onn ha visibilità può trovarne....
perdonami la stringatezza ma incastro questa risposta tra le mille cose da fare.
chiedo venia e prometto di ritornare quando sarò più informata
Un saluto a tutt*
14/06/2007 18:48
 
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E' anche la mia stessa idea Glun. La penso esattamente come te. Non c'è volontà di settarismo ma semplicemente di dedicare uno spazio ad un argomento.
Come nelle gallerie d'arte: ci sono quelle esclusivamente dedicate all'arte contemporanea che non esporranno mai opere di Caravaggio, perchè hanno deciso di usare i propri ambienti per dare spazio magari agli artisti giovani e se ci va un artista importante gli chiudono la porta in faccia.
Inoltre come dice Glun ci sono tanti film a tematica LGBT che non troverebbero mai spazio in altri festival anche importanti e molto aperti.
E concludo dicendo che allora bisognerebbe demonizzare e biasimare anche Robert Redford che da quando ha creato il Sundance Festival ha sempre rifiutato di ospitare produzioni tipicamente hollywoodiane sebbene "caramente" sponsorizzate preferendo concedere spazio a film indipendenti che addirittura se escono vincenti dal Sundance, hanno perfino una marcia in più proprio perchè hanno vinto a quel Festival che ormai da quando esiste fa cultura.



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Cara Glun, scusami se ti sei sentita “tirata per la giacchetta” in una polemica inutile, non era mia intenzione, ho solo espresso una personale impressione ma in effetti potevo anche esimermi dall’ esternarla.
Venendo al merito, è proprio questo il mio punto di vista in dissenso rispetto alle scelte dell’ Arcigay e delle associazioni gay in genere: io sono contro le zone protette. Le zone protette sono sintomo di debolezza, sono come le quote rosa per le donne in politica, una zona riservata che impedisce alle donne in politica o ai gay nei Festival del Cinema di affrontare il mare aperto e di competere alla pari. E il bello è che quando invece competono alla pari e non si accontentano delle quote protette, le donne hanno le loro Angela Merkel o Hillary Clinton, i gay hanno i loro Brokeback Mountain o i loro Lost and Delirious. Cioè sono vincenti.
Questa almeno è la mia opinione.


[SM=x1248814]

[Modificato da coccole2000bsx 14/06/2007 18.55]

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Anch’io non mi sono espressa per mancanza di cognizione dell’argomento...
Però secondo me bisogna fare attenzione al filo sottile che distingue il concetto di discriminazione da quello semplicemente di “specializzazione”... Ne sono un esempio lampante i canali tematici su satellite (riguardo ai quali nessuno si azzarda a parlare di ghettizzazione!) ...
PS. poi a volte le zone protette sono l’unico modo per dar visibilità a certe minoranze...

[Modificato da kiaroz 15/06/2007 11.25]



"La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre." (A. Einstein)

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Credo che a poco a poco stiamo arrivando al cuore del problema, e quindi con molta pacatezza e molta serenità cercherò di riassumerlo: è meglio che le minoranze abbiano una propria “quota riservata”, che abbiano le proprie “aree protette” che consentano loro di esprimersi senza subire discriminazioni, o è meglio che affrontino “alla pari” la competizione con gli altri, affrontando il mare aperto senza salvagente?
Ovviamente, come in tutte le cose, ci sono lati positivi e negativi in entrambe le scelte. L’ “area protetta” consente alle minoranze di esistere e di avere un proprio spazio. In compenso le relega in un ghetto, in una condizione minoritaria che non fa fare loro dei passi avanti.
Ci sono buone e valide ragioni per entrambe le cose. Negli Stati Uniti per affrontare la questione razziale c’ è stato chi ha proposto le quote riservate alle persone di colore nell’ assunzione ai posti di lavoro pubblici, e in alcune città è così che succede. In altre città, la stessa comunità di colore si è rifiutata di accettare queste quote, al grido: “Non siamo una specie protetta, non siamo dei Panda”.
Detto questo, spiego perché la MIA posizione è contraria alle quote protette.
In primo luogo io non credo che si debbano considerare “gli omosessuali” come una minoranza, anche perché nego che esistano “gli omosessuali” come categoria. L’ omosessualità infatti non è una CONDIZIONE, ma un comportamento, ed è un comportamento che chiunque volendo può tenere, non è affatto riservato a una minoranza. Ognuno ha il diritto, se vuole, di amare un uomo, una donna o entrambi. E questo diritto non è di una minoranza, ma DI TUTTI.
Tutti potenzialmente possono praticare l’ omosessualità, così come tutti possono praticare l’ eterosessualità o la bisessualità. E’ una scelta. Non è una “condizione” predeterminata. Se pensassimo che è una condizione predeterminata, penseremmo che non siamo liberi di scegliere, e che nei geni è tutto già scritto. Ma se pensassimo questo verrebbe meno il libero arbitrio, la possibilità di scegliere, il principio di responsabilità, cioè i cardini su cui si regge la nostra civiltà. Quindi se – come io penso – l’ omosessualità non è una “minoranza” ma un diritto universale, una possibilità che tutti – se vogliono – possono praticare, ne consegue che sono contro la logica del ghetto, delle aree protette e delle quote riservate.



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Va bene...questa è la tua opinione ma non allargare la questione ad una universalità che qui, secondo me, non c'entra più di tanto.
Il lavoro culturale da fare perchè la gente accetti e condivida il concetto di omo e/o bisessualità è ancora molto lungo e te ne do atto; ma ciò non toglie che comunque spazi di aggregazione di chi condivide una certa realtà ci saranno sempre ed è pure giusto, secondo me, che ci siano, perchè le persone simili tra loro sentono giustamente il bisogno di aggregarsi e nessuno credo ha il diritto di negar loro questa possibilità.

Ribadisco però che i festival cinematografici e/o musicali monotematici è giusto che ci siano. E non devi considerarli come una ghettizzazione o una discriminazione verso altri film o verso altri compositori. Si tratta di spazi dedicati.
Inoltre scusa ma tu dici che questi festival dovrebbero essere aperti a tutti e poi non condividi certe manifestazioni che vogliono essere aperte a tutti (vedi il Gay Pride, soprattutto quello di quest'anno, che chiede la partecipazione di tutti al di là dell'orientamento sessuale).
C'è una contraddizione di fondo in questo.
Poi sinceramente io tutta questa lotta verso una normalizzazione che assomiglia troppo all'omologazione non la condivido molto, perchè mi da l'idea di voler definitivamente cancellare certe diversità che invece dovrebbero essere considerate come un arricchimento. Intendo dire che cercare di essere tutti uguali è innanzitutto utopistico ma soprattutto poco auspicabile, almeno per me ovviamente, là dove nbisognrebbe coltivare la cultura del diverso come una marcia in più.
Che poi invece nel campo lavorativo e sociale (reclamare i propri diritti) si voglia essere trattati tutti allo stesso modo sono perfettamente d'accordo. Ma vorrei che ad esempio, parlando di noi. La bisessualità fosse considerata come un ulteriore orientamento sessuale che esiste e che si accompagna, su di un binario parallelo, all'etero e all'omosessualità.
Ma qui sto ampliando la discussione e andando Off Topic. [SM=g27828]



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Re:

Scritto da: coccole2000bsx 15/06/2007 17.03
Credo che a poco a poco stiamo arrivando al cuore del problema, e quindi con molta pacatezza e molta serenità cercherò di riassumerlo: è meglio che le minoranze abbiano una propria “quota riservata”, che abbiano le proprie “aree protette” che consentano loro di esprimersi senza subire discriminazioni, o è meglio che affrontino “alla pari” la competizione con gli altri, affrontando il mare aperto senza salvagente?
Ovviamente, come in tutte le cose, ci sono lati positivi e negativi in entrambe le scelte. L’ “area protetta” consente alle minoranze di esistere e di avere un proprio spazio. In compenso le relega in un ghetto, in una condizione minoritaria che non fa fare loro dei passi avanti.
Ci sono buone e valide ragioni per entrambe le cose. Negli Stati Uniti per affrontare la questione razziale c’ è stato chi ha proposto le quote riservate alle persone di colore nell’ assunzione ai posti di lavoro pubblici, e in alcune città è così che succede. In altre città, la stessa comunità di colore si è rifiutata di accettare queste quote, al grido: “Non siamo una specie protetta, non siamo dei Panda”.
Detto questo, spiego perché la MIA posizione è contraria alle quote protette.
In primo luogo io non credo che si debbano considerare “gli omosessuali” come una minoranza, anche perché nego che esistano “gli omosessuali” come categoria. L’ omosessualità infatti non è una CONDIZIONE, ma un comportamento, ed è un comportamento che chiunque volendo può tenere, non è affatto riservato a una minoranza. Ognuno ha il diritto, se vuole, di amare un uomo, una donna o entrambi. E questo diritto non è di una minoranza, ma DI TUTTI.
Tutti potenzialmente possono praticare l’ omosessualità, così come tutti possono praticare l’ eterosessualità o la bisessualità. E’ una scelta. Non è una “condizione” predeterminata. Se pensassimo che è una condizione predeterminata, penseremmo che non siamo liberi di scegliere, e che nei geni è tutto già scritto. Ma se pensassimo questo verrebbe meno il libero arbitrio, la possibilità di scegliere, il principio di responsabilità, cioè i cardini su cui si regge la nostra civiltà. Quindi se – come io penso – l’ omosessualità non è una “minoranza” ma un diritto universale, una possibilità che tutti – se vogliono – possono praticare, ne consegue che sono contro la logica del ghetto, delle aree protette e delle quote riservate.



[SM=x1248814]


Condivido quanto detto da Neve...
Aggiungo inoltre che le tue parole sono belle ma bisogna fare i conti con la realtà, e cercare le strade più idonee al raggiungimento degli obiettivi (anche se magari apparentemente sembrano andargli contro...) E' inutile predicare dei bei principi, seguendo una strada utopistica!!
E poi non condivido affatto il tuo discorso della scelta... Qui si ritorna secondo me ai discorsi primordiali!!! Essere omosessuali, bisessuali, eterosessuali, transessuali, ecc. non è una scelta... Semmai è una scelta decidere di assecondare o contrastare questo sentire... Quindi non farla così facile...


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15/06/2007 23:35
 
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Caro Coccole perdonami se rischio ( anzi sicuramente ) di andare off topic ma non posso che dissentire (anche se pur sempre educatamente) con il tuo ultimo intervento...
L'omosessualità è UNA CONDIZIONE non una scelta!
Cosi come lo è l'eterossessualità sentiti dunque un privilegiato se lo vuoi nel poter operare serenamente una scelta....io non posso! e con me non possono tanti altri omo o etero.
Non ho scelto perche non ho mai potuto scegliere il mio orientamento... non ho mai deciso a tavolino o svegliandomi una mattina....sono omosessuale e non posso che prenderne atto. L'assecondare o meno il mio orientamento è semmai una scelta...ma la mia scelta è operabile solo nell'ambito di poter "praticare " o meno.... e quindi non è una scelta perche non osso decidere, "scegliere" di innamorarmi o di non farlo.
Gli omosessuali SONO una categoria e non c'è nulla di male nell'ammetterlo, chi ci vede qualcosa di ghettizzante opera un pensiero tendenzioso. L'omosessualità è una variabile della sessualità nulla di più....omosessuali NON si nasce NE si diventa semplicemente si E'! e nel prenderne atto non c'è nessun gesto separatista....esistono omosessuali, eterosessuali e transgender semplicemente..... Nono posso essere diversa da quella che sono...e credimi che in quasto non c'è assolutamente nulla di sbagliato...non è svogliatezza ne supponenza...è un prendere atto di come si è serenamente senza paranoie....
Ho i capelli ricci e mori ( questo è un fatto ), decidere di tenerli lunghi o corti, lisci o nella loro condizione naturale è una scelta.....sulla seconda cosa ho un potere sulla prima no...posso solo prenderne atto e in questa presa d'atto non c'è nulla di ghettizzante; chi li ha biondi o rossi non è ne meno ne piu meritevole di me e non è per questo condannabile.....
dire che sono mora non è ghettizzarmi e alla stessa maniera non lo è nemmeno dire che sono lesbica....sono semplicemente cosi e non sto in nessun ghetto.
La diatriba tra scelta e condizione è stata a lungo aperta ma per questa erronea dicitura allo scorso congresso Arcigay Fassino è stato pesantemente fischiato....se dopo anni non lo ha ancora capito è perche è un deficiente e questo neppure è ghettizzante infatti continua a stare in giro per il mondo....
i ghetti li costruiamo noi e se vogliamo abitiamoli, ma per favore non rinchiudiamoci gli altri...è un errore che in passato abbiamo fatto e che non mi pare il caso di ripeterlo.
Un abbraccio sincero e sempre felice di confrontarsi.
Vanna
16/06/2007 06:25
 
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Mentre su altre questioni sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono, cara Glun, su questa la distanza tra le mie posizioni e le tue è effettivamente abissale. Io nego nella maniera più assoluta che i gusti sessuali siano una condizione immodificabile, e che una persona omosessuale sia tale per condizione genetica come i capelli scuri o chiari. Non si spiegherebbe come mai moltissime persone cambiano orientamento sessuale nel corso della propria vita, non si spiegherebbe come mai l' omosessualità è più diffusa dove la cultura è più aperta e meno dove la cultura è più arretrata, non si spiegherebbe perchè era universalmente diffusa nell' antica Grecia ed era pressocchè inesistente nei Paesi cattolici nell' alto medioevo. I comportamenti sessuali sono una scelta, rientrano nel libero arbitrio, sono influenzati dalla cultura, dall' educazione e dall' ambiente che ci circonda. Il fatto che tu possa dire "sono omosessuale e non posso che prenderne atto, non lo decido io" mi spaventa, perchè è come dire che la libertà di scelta in campo sessuale non esiste e che tutto è predeterminato. Io rispetto le tue opinioni, ma su questo siamo veramente su due pianeti differenti.
E permettimi di dire che con tutte le buone ragioni per fischiare Fassino, se l' avete fischiato perchè ha definito l' omosessualità "una scelta" ha la mia piena solidarietà, e fischiate anche me perchè lo penso anch' io.


[SM=x1248814]


16/06/2007 06:57
 
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Comunque effettivamente stiamo andando OFF TOPIC, come si usa dire, stiamo deviando verso il tema "Concezioni filosofiche diverse sugli orientamenti sessuali", argomento che personalmente non mi stanco mai di affrontare perchè è secondo me preliminare a tutto il resto, e che quindi spero riprenderemo presto.



[SM=x1248814]

[Modificato da coccole2000bsx 16/06/2007 7.00]

16/06/2007 17:54
 
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Re:

Scritto da: coccole2000bsx 16/06/2007 6.25
I comportamenti sessuali sono una scelta, rientrano nel libero arbitrio...


Certo, i comportamenti sì... ma gli orientamenti, le tendenze sessuali, no... sono un fatto... di cui semplicemente si può prendere atto o meno, assecondare o meno...
Mi stupisce veramente che tu, Coccole, la pensi in maniera così opposta su una questione di così basilare importanza per la causa della diversità sessuale...

[Modificato da kiaroz 16/06/2007 17.58]



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17/06/2007 05:10
 
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Ti stupisce che io la pensi così? A me stupisce il tuo stupore, visto che ci conosciamo da un anno e mezzo e ho sempre detto le stesse cose. Ho sempre detto che secondo me una componente omosessuale e una componente eterosessuale c' è in chiunque (ovviamente prima di me l' hanno detto Freud e altri), e il fatto se vivere più l' una o più l' altra o entrambe fa parte delle scelte della vita, influenzate dalla cultura, dall' ambiente e dall' educazione di ciascuno di noi.
Ho sempre detto che non credo che un orientamento sessuale sia determinato geneticamente, ma che sia frutto della libera scelta di ognuno di noi.
Certo, ognuno ha i suoi gusti, ma se una persona ha una preferenza per la carne rispetto alle verdure e quindi al ristorante "asseconda" questo suo gusto e ordina la carne, oppure preferisce stare a dieta e ordina le verdure, si dice che ha fatto una scelta. Come tutte le scelte condizionata dall' istinto, dalla ragione, dalle abitudini, dalla cultura. Ma sempre scelta rimane.
Questa è sempre stata la mia opinione, e per fortuna vedo che non sono il solo a pensarla così: TG5 delle ore 20 di stasera, dei tre ministri presenti al Gay Pride di Roma ne vengono intervistati due (il terzo è Pecoraro Scanio). Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, Rifondazione Comunista: "Sono qui perchè voglio ribadire per chiunque il diritto di scelta in campo sessuale". Barbara Pollastrini, ministro delle Pari Opportunità, DS: "Dobbiamo batterci tutti, laici e cattolici, per estendere i diritti, e tra i diritti il più importante di tutti è che ognuno possa liberamente scegliere il proprio comportamento sessuale".
E adesso se quelli dell’ Arcigay vogliono fischiare anche loro, facciano pure, io mi ritrovo pienamente nelle loro parole.
Per concludere cara Kiaroz, se dici che una tendenza sessuale non è una scelta mentre un comportamento sessuale sì, l' omosessualità fino a prova contraria è un comportamento, quindi l' omosessualità anche per te è una scelta.


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[Modificato da coccole2000bsx 17/06/2007 5.45]

18/06/2007 11:43
 
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Bene appeno ho un minuto di tempo decente, sposto questi ultimi interventi in un thread apposito.
freeforumzone.leonardo.it/ffz2/viewmessaggi.aspx?f=9894...

Quindi vi chiedo di NON continuare l'argomento "scelta o non scelta" in questo.

Eventualmente riprendiamo la discussione riguardo i festival monotematici poichè io ribadisco ancora una volta che quello gay non è altro che un ulteriore festival monotematico non dissimile da tanti altri e che trovo comunque un pessimo gesto che il Comune non abbia dato un minimo di contributo, come avrebbe fatto per qualunque altra manifestazione culturale, perchè di questo si tratta: una manifestazione culturale e basta.

[Modificato da !NeveCheVola! 18/06/2007 13.31]




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