"Siamo stati trattati come dei terroristi"
Roberto e Michele, due ragazzi di 27 e 28 anni che formano una coppia di fatto, sono stati fermati dai carabinieri a Roma perchè si stavano baciando. In caserma sono stati interrogati e denunciati. Sentenza della Cassazione: Lasciateli vivere sereni. L'omosessualità va riconosciuta "come condizione degna di tutela".
L'omosessualità va riconosciuta "come condizione dell'uomo degna di tutela, in conformità ai precetti costituzionali". E' quanto scrive la Cassazione, rilevando inoltre che la "libertà sessuale va intesa anche come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizioni le proprie preferenze sessuali", in quanto "espressione del diritto alla realizzazione della propria personalità, tutelato dall'articolo 2 della Costituzione".
La Suprema Corte, (prima sezione civile, sentenza n.16417), torna così ad affrontare il tema dell'omosessualità prendendo spunto dal caso di un cittadino senegalese, dichiaratamente gay, raggiunto da un decreto di esplusione dal nostro Paese, emesso nei suoi confronti dalla prefettura di Torino. Contro tale provvedimento, l'uomo era ricorso al giudice di pace, il quale aveva annullato il suddetto decreto, rilevando che l'uomo, nel suo Paese d'origine, sarebbe potuto essere oggetto di persecuzioni, visto che in Senegal, l'omosessualità è punita con la reclusione da uno a cinque anni.
Gli 'ermellini', pur condividendo il principio espresso dal giudice di pace, hanno annullato con rinvio la sentenza: "ai fini dell'accertamento della ravvisabilità o meno di un fatto persecutorio - spiegano i giudici di piazza Cavour - occorre stabilire se la legislazione senegalese preveda come reato il fatto in sè dell'omosessualità (ipotesi che certamente varrebbe in se' ad integrarne gli estremi), ovvero soltanto l'ostentazione delle pratiche omosessuali non conformi al sentimento pubblico di quel paese atteso che, in tale ultimo caso, il divieto non si sottrarrebbe al principio di ragionevolezza".
Inoltre, ricorda la Cassazione, la prova dell'omosessualità del clandestino sarebbe stata ricavata dalla sua iscrizione all'Arcigay e ad un altro club riservato agli omosessuali: "si tratta certamente di elementi indiziari significativi - si legge in sentenza - che pero' non risultano tali da conferire la certezza necessaria alla dichiarata omosessualità" del senegalese. Alla luce di cio', dunque, un altro giudice di Torino dovra' riesaminare il caso.