Ieri la Cassazione ha stabilito che "la libertà sessuale va intesa come libertà di vivere, senza condizionamenti e restrizioni, le proprie preferenze sessuali". Una sentenza storica della Corte che fa riferimento al caso di un immigrato senegalese che aveva fatto ricorso al Giudice di pace di Torino contro l'ordinanza di espulsione in Senegal.
Il ragazzo aveva dichiarato di essere gay e di non voler tornare nel Paese in quanto l’omosessualità è punita con la reclusione da uno a cinque anni. Aveva così esibito come prova le tessere di iscrizione a due associazioni gay e il giudice di Torino gli ha dato ragione sostenendo che "l'omosessualità va riconosciuta come condizione degna di tutela, in conformità ai precetti costituzionali". La decisione però non era piaciuta alla Procura che si è rivolta alla Cassazione. La Corte pur sottolineando che la libertà sessuale va difesa ha accolto il ricorso del procuratore perché è necessario fare attenzione ed evitare che chiunque si dichiari gay per ottenere un facile permesso di soggiorno. Ora tocca al giudice di Pace ricercare ulteriori prove che provino l'omosessualità del ragazzo.
Soddisfazione è stata espressa dal Presidente Onorario di Arcigay Franco Grillini. "La sentenza conferma quanto già più volte affermato dalla Corte Costituzionale, in particolare quando, nel 1983, riconobbe e difese il diritto all’identità e realizzazione personale in riferimento alle persone transessuali – ha ricordato il parlamentare Sd – Per quanto riguarda gli omosessuali il diritto all’identità si esplica, in particolar modo, nella possibilità, di viversi come tali senza doversi nascondere, in un ambiente privo di discriminazioni, persecuzioni, omofobia e violenza".
La sentenza della Cassazione arriva lo stesso giorno della denuncia per atti osceni in luogo pubblico di due ragazzi gay che si baciavano sotto il Colosseo.