Esoterismo
Molto spesso, quando si parla di argomenti che si riagganciano al paranormale, all’occulto, al mistero, si sente utilizzare il termine esoterismo o esoterico.
Spesso a sproposito: perché non tutti sanno con precisione quale sia il significato.
Dal punto di vista meramente linguistico, il termine
esoterismo deriva dal greco esoterikos, che significa interno e sta ad indicare qualcosa “destinato esclusivamente ai discepoli o agli iniziati”.
Il suo termine opposto è essoterico, che deriva dal greco exoterikos, esterno, e sta ad indicare qualcosa che può essere comunicata anche ai non iniziati.
Circa l’origine del termine esoterico,
Jean Marques-Riviere, nel suo Storia delle dottrine esoteriche, fa risalire l’origine del termine al verbo greco eisoteo, far entrare.
Esoterico significa dunque “
aprire una porta, offrire agli uomini la possibilità di penetrare nell’interiore attraverso l’esteriore; simbolicamente, è rivelare una verità nascosta, un senso occulto […] una dottrina segreta, un’iniziazione, una spiegazione del mondo rivelata in un consesso scelto, isolato dall’esterno e dalla moltitudine”.
Per dare un esempio pratico, potremmo dire che è esoterico tutto ciò che riguarda una società segreta, una società massonica, i cui precetti sono conosciuti soltanto dai suoi affiliati e per nulla al mondo devono essere diffusi all’esterno.
Spesso, proprio per evitare che la “
dottrina segreta” trapelasse all’esterno, andando a finire in mano a coloro ai quali non doveva finire, essa veniva camuffata, trasformata, codificata, in modo da rimanere accessibile soltanto agli iniziati, appunto, ai membri della ristretta cerchia di privilegiati.
Un altro esempio è quello
dell’alchimia: essa ha come scopo ultimo, come sappiamo, la ricerca della
Pietra di Filosofia, in grado di conferire poteri praticamente illimitati al suo possessore; ovvio è che un tale potere, nelle mani sbagliate, potrebbe creare non pochi problemi: è per questo che tutti i testi di alchimia sono spesso scritti in maniera incomprensibile (almeno per noi poveri mortali), in modo che i “non addetti ai lavori” non possano scelleratamente abusare di quanto non compete loro conoscere.
Scrisse, a questo proposto, il “tre volte grandissimo” Ermete Trismegisto: “
Richiamandoti a questi principi, ti ricorderai facilmente delle cose che più a lungo ti spiegai e che qui sono riassunte. Ma evita di intrattenervi alla folla; non perché io voglia impedire che ne venga a conoscenza, ma perché non voglio esporti alle sue derisioni. Chi si somiglia si congiunge, e tra persone dissimili non può esistere amicizia. Queste lezioni devono essere udite da pochi, o presto non ve ne saranno più del tutto. Esse posseggono qualcosa di così particolare che spinge i malvagi ancor più verso il male. Guardati dalla moltitudine, perché questa non comprende la virtù di tali discorsi”.
[Modificato da byby70 07/07/2007 14.01]